1. Il nostro sistema visivo biologico NON funziona come una fotocamera. Una metafora più accurata del fenomeno della visione è piuttosto quello di una tastiera. Infatti la rete neurale che da senso a ciò che vediamo è costituito da una parte relativamente piccola di informazioni ricevute dagli occhi. circa il 90% del fenomeno della visione proviene da altre parti del cervello. (https://goo.gl/5v2rqZ)
2. Il percorso visivo di un osservatore attraverso un’immagine è spesso determinato sia dai contenuti dell’immagine che dal problema specifico che l’osservatore deve affrontare al momento della percezione.(Yarbus 1967 – https://goo.gl/NdpwoR)

3. Gli occhi non cercano “luoghi di riposo” inevitabili in una composizione. Gli occhi volontariamente e involontariamente fluttuano su quegli elementi di una scena visiva che portano informazioni essenziali e utili. Quanto più informazioni sono contenute in un elemento, più a lungo si tende ad osservarlo. (Yarbus 1967 – https://goo.gl/NdpwoR)
4. Gli occhi non seguono naturalmente le “linee” di una composizione. Gli studi dello psicologo russo Alfred Yarbus hanno mostrato quanto sia difficile per gli occhi seguire percorsi lineari, anche quando i soggetti tentavano coscientemente di farlo.
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Registrazione dei movimenti oculari.
Registrazione di movimenti oculari durante l’osservazione di figure geometriche.
a) Figure geometriche presenate al soggetto da osservare;
b) registrazione dei movimenti oculari quando rihchiesto al soggetto di tracciare con gli occhi le linee delle figure nella maniera piú lineare possibile ed evitando saccadi;
c) registrazione dei movimenti oculari durante l’ossevazione libera (senza istruzioni) delle figure per 20 secondi;
d) registrazione dei movimenti oculari durante l’osservazione delle figure per 20 secondi seguendo l’istruzione: “guarda le figure e conta il numero di linee rette.”
5. Considerando i vantaggi/svantaggi dell’uso di modelli bidimensionali o tridimensionali, bisogna tener presente che, alla fine, tutte le informazioni visive sono in definitiva bidimensionali al livello della retina, eppure se non si hanno esperienze nel disegno dal vero con modelli tridimensionali è più difficile riuscire ad individuare gli indizi della tridimensionalità della forma.
6. La prima documentazione di una regola compositiva “dei terzi” si ritrova negli scritti di John Thomas Smith (1797). Nasce da un’osservazione proporzionale dell’equilibrio tra luce e ombra in una pittura di Rembrandt.
Non esiste alcuna prova empirica che le quattro intersezioni “chiave” individuate dai due assi verticali con i due assi orizzontali forniscano un vantaggio estetico di alcun tipo.
7. La stragrande maggioranza delle affermazioni riguardanti la “funzione” di Sezione Aurea nella composizione pittorica, sono basate sulla numerologia, su cattive traduzioni, su superstizioni, o cattiva comprensione, oltre che da racconti aneddotici apocrifi.
8. Qualsiasi misurazione, per quanto accurata, non può essere utilizzata per ricostruire un sistema originale di proporzioni utilizzato per progettare un oggetto, in quanto molti sistemi possono dare luogo approssimativamente alle stesse misurazioni, quindi la perfezione in disegno e pittura non esiste. (Fischler 1981)
9. Ricorda che le qualità comunicative o estetiche di un elemento o un fattore in un certo contesto, non trasferiscono necessariamente queste qualità se l’elemento o il fattore sono inseriti in un altro contesto.
10. Non accontentarti di ottenere informazioni da una sola fonte (compreso questo articolo). Vai a indagare, perfino all’inferno, per inseguire le risposte che cerchi e approfondire qualsiasi argomento sia importante per te.




