Mi chiamo Teresa Claudia Pallotta
Da dove vieni?
Sono nata a Milano e da circa 30 anni vivo in un paesino della Valle d’Aosta.
Come, quando e perché è iniziato il tuo amore per l’arte?
Ho sempre avuto la passione per le matite. Il regalo più bello? Ricevere in regalo una, scatola completa di matite colorate, un vero lusso ai miei tempi.
Cosa hai studiato e dove?
Ho frequentato l’Istituto Statale d’arte.
I primi due anni in collegio ad Anagni poi il trasferimento all’istituto di Anzio dove ho conseguito la maturità d’arte applicata.
Avrei voluto frequentare il liceo artistico. Gli istituti d’arte allora erano considerati poco più di una scuola professionale con molte ore di laboratorio delle varie sezioni… Legno, ferro, tessitura.
Ma nel tempo, la scelta imposta dalle circostanze, a mio avviso si è rivelata la più indovinata. Ho vissuto 5 anni di amicizie intense, alcune di loro fanno ancora parte della mia vita nonostante la distanza. La scuola è stata. nel suo vero significato, la mia seconda famiglia. Nel bene e nel male.
Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte e a seguire studi artistici?
La mia storia personale mi ha portata per molti anni lontana dalle matite, e dai colori in genere. Vari spostamenti di residenza, in giro per tutta l’Italia e in altri luoghi oltre confine.
Poi l’approdo in un paese di montagna, io donna di mare, ho di nuovo sentito il richiamo del segno quale mezzo insostituibile per dare voce ai miei pensieri nel silenzio della neve.
Spettatrice di usi e costumi a me lontani, ho iniziato a guardare con occhi diversi, polemici si, ma curiosi e affascinati dalla forza del movimento sprigionato nella ” Bataille des reines ”
E’ così che ho sentito l’esigenza di capire quella forza, quel movimento, in modo che potessero diventare la forza e il movimento dei miei pensieri. La mia voce. E ho ripreso in mano la matita.
E non ho più smesso di disegnare.
Le mie sensazioni, le mie ribellioni, le mie idee, le mie gioie, le mie paure, sono tutte affidate ad una matita e al suo segno.
L’atto più importante nel mio processo creativo è il segno scaturito dal pensiero. Quello che viene dopo è il contorno, che deve finire in fretta perché altri pensieri, altri segni si affacciano prepotenti.
Come artista, cosa vuoi condividere con il mondo?
Se riesco, con un tratto di matita ad emozionare, trasmettere il mio pensiero, anche una sola persona… Allora si, sono felice perché sono riuscita a comunicare quello che sono.
Cosa dicono le tue opere? Quali messaggi vogliono comunicare?
A volte mi piacerebbe possedere il dono di poter arrivare all’altro in maniera più diretta e aperta. Come chi compone musica, ma poi penso che se hai qualcosa da comunicare e credi sia importante, non importa quale mezzo usi. Puoi usare la voce, la musica, la scrittura o più semplicemente una matita… anche così hai il potere di creare la stessa armonia di una canzone, di una poesia o di un racconto, capace di smuovere oltre agli occhi. le orecchie. anche l’anima.
Quale messaggio personale vorresti lasciarci?
Sono andata un po’ a braccio, lo ammetto. Ma sono sempre stata un po’ indisciplinata…
Ti ringrazio per l’opportunità che mi hai voluto donare. E ringrazio tutti quelli che impiegheranno un po’ del loro tempo nel seguirmi.