Quali colori scegli per ottenere il massimo della gamma cromatica senza scendere a compromessi con le tue percezioni e la tua libertà espressiva?
Se dipingi ad olio, a tempera, ad acquerello o con una qualsiasi delle tecniche moderne, sicuramente ti sarai posto il problema di organizzare la tua tavolozza.
Questo aspetto della pittura è molto sottovalutato, specie dai principianti e dai dilettanti.
La tavolozza di Libertat Hundertpfund
Libertat Hundertpfund, è nato nel 1806 ed è un artista praticamente sconosciuto, molti hanno addirittura il dubbio che questo signore sia mai esistito.
Eppure, questo oscuro artista, ha influenzato innumerevoli artisti dello scorso secolo e mezzo e a lui è stata attribuita la creazione della moderna tavolozza dei colori.
Mentre cercava un modo per imitare al meglio la vita e la trasparenza delle ombre in natura, gli capitò di vedere un prisma di vetro scomporre la luce e rimase affascinato dai colori dello spettro che si generavano.
Mentre contemplava il fenomeno, osservando come i colori si influenzavano tra di loro, immaginò di porre i colori primari (rosso, giallo e blu) ai vertici di un triangolo equilatero inscritto in un cerchio, tra di loro si generavano una serie di colori che derivavano dal miscuglio dei primari e chiamò questi colori risultanti secondari (arancio, verde e viola).

L’invenzione di questa “disposizione circolare dei colori dello spettro prismatico”, non è sua. Era già stata proposta da Mosè Harris nel 1766 e nel 1810, ne “La teoria dei colori” Johann Wolfgang Goethe tentando di dare una sua spiegazione, Aveva usato lo stesso schema, come illustrato nella illustrazione qui accanto.
Ma è di Hundertpfund il tentativo di offrire un’applicazione pratica di questa teoria in particolare ai pittori.
Nel suo libro “l’Arte della Pittura Riportata ai suoi più Semplici e più Sicuri Principi” del 1849, Hundertpfund tentava di offrire una comprensione più generale ed accurata comprensione del colore, basata sulle sue osservazioni della natura e suoi anni di esperienza come pittore.
In modo analogo a quelle de “La teoria dei colori” di Goethe e successivamente di Steiner che ha trattato l’argomento in una serie di interessantissime conferenze a Dornach raccolte nel volume “L’essenza dei colori” (assolutamente consigliabile e stimolante (n.d.r.).
Ora mi limiterò a descrivere quei pigmenti che sono generalmente riconosciuti come colori primari; mostrando anche come una tavolozza dovrebbe essere preparata, e come questa preparazione non sia irrilevante, come alcuni potrebbe supporre.
Il nostri colori fisici (pigmenti) esprimono il proprio carattere in modo diverso, è come se avessero un’essenza, che determina due tipi di toni e che può essere usata per distinguerli in due diversi tipi di toni, toni positivi e toni negativi. L’essenza del blu è negativa tanto che guardando un campo blu si ha l’impressione che esso si contragga e si allontani; L’essenza del giallo può essere considerata positiva, un campo giallo da l’impressione di espandersi e di venire in avanti. Per questo motivo consideriamo blu come un colore freddo e il giallo come un colore caldo; e tra questi due estremi staziona il rosso che non può essere considerato ne positivo ne negativo, né caldo né freddo. Nel preparare la tavolozza, il rosso dovrebbe stare tra questi due estremi, al centro di tutti gli altri pigmenti; a destra metteremo tutti i pigmenti caldi; a sinistra quelli freddi. In questo modo i due diversi tipi di toni saranno rappresentati in modo organizzato sulla tavolozza. (Vedi tavola 2).
Dal momento che non abbiamo nessun buon pigmento rosso tra quelli disponibili, dovremo utilizzare la Lacca di Robbia Robbia. Si può usare in alternativa il Carminio ma la Robbia è preferibile per profondità e durata. Sul lato destro avremo il Vermiglione, proseguendo la Terra di Siena Bruciata Successivamente, sulla destra, si erge Vermillion; poi Terra di Siena ben bruciata e Terra di Siena poco bruciata; poi viene l’Ocra Romana, Giallo Oro e Giallo Ocra, poi Giallo di Napoli giallo e infine Bianco di Crems (alcuni nomi dei colori risultano datati e non riconoscibili ma la documentazione sulla tavolozza è più storica che da usare effettivamente).
A sinistra della Lacca di Robbia, l’Ossido di Ferro Chiaro (rosso veneziano), poi l?Ossido di Ferro Violetto (viola di Marte), poi Blu Oltremare, Blu di Cobalto e Blu di Prussia. Verde Cinabro (Verde Cobalto o Verde di Rinmann). Il verde è il colore di collegamento tra il blu e il giallo e quindi costituisce la conclusione della serie considerando i colori come disposti in un cerchio. Non dobbiamo escludere il Verde Veronese, le Ceneri di Blu Oltremare e la Terra Tirolese Bruciata; poi la Mummia e Asfalto come mezzi toni: Questi ultimi colori comunque sono composti da tutti e tre i colori primari e non appartengono al cerchio, che consiste solo di colori primari, secondari e dei toni di passaggio. Questi ultimi cinque pigmenti sono da considerare come ponti, toni di collegamento per l’intera tavolozza. Verde Veronese e Ceneri di Blu Oltremare sono negativi, MTerra Tirolese Bruciata, positivi e L’Asfalto è un tono neutro che ammorbidisce gli altri toni. Segue poi il Nero e anche la Grafite (nero di cava), il Nero Blu e Nero Avorio.
Bianco e nero non hanno in loro colori primari e quindi non appartengono ai colori.Questa disposizione della tavolozza è fondata sull’ordine prismatico.
“Se solo riuscissi a insegnare ai giovani artisti come ottenere la giusta visione della natura reale e il funzionamento dei colori, penso che il mio saggio non sarà inutile, né interamente senza effetto. Io sono tutt’altro che desideroso di porre un qualsiasi freno alla creatività con una qualsiasi di queste regole generali; piuttosto spero che venga compreso attraverso la pratica continua, che questo metodo di pittura offre la massima libertà“Se un rosso caldo viene laccato con un verde freddo, la natura della loro esatta opposizione comporterebbe l’”uccisione” di entrambi i toni. Questo potrebbe essere un risultato indesiderato.
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ogno pittore ha la sua tavolozza è pero una cosa istintiva, come le tecniche artistiche……..quindi il discorso non è valido essendo strumentale e solamente scolastico di per se quindi non abbinabile alla creatività individuale. esso è un soggettivo elemento di schematizzazzione.
Ciao Roberto, grazie per le tue obiezioni. Non so se ti rendi conto che il tuo giudizio, così tranciante, è molto rigido e limitante proprio per la libertà creativa che vorresti rivendicare. Le tue certyezze sembrano trarre origine credo da una non corretta interpretazione del concetto storico tardo romantico, quello dello sturmun drang (Tempesta e impeto) secondo cui tutto doveva essere guidato dal pathos e dall’istinto, In quell’epoca una impostazione del genere aveva un senso, in quanto cercava di reagire agli errori e orrori dettati da una cattiva interpretazione dell’illuminismo secondo la quale tutto doveva essere aggiogato al controllo della ragione (impostazione che ha portato all’instaurarsi di un periodo storico chiamato “il terrore”). Io non mi trovo d’accordo con le tue affermazioni; Secondo me in qualsiasi disciplina umana comprese quelle artistiche l’istinto è una potentissima e indispensabile energia che per esprimere tutte le proprie potenzialità ha bisogno di essere educato ed allenato, distillato attraverso la cultura, le conoscenze tecniche e l’esercizio. Questo vale nel calcio, nella scherma, in cucina come nella amministrazione di una azienda: istinto, cultura, conoscenza tecnica profondissima dei mezzi a disposizione, allenamento e studio costante possono fare di qualsiasi attività umana una forma d’arte. Diversamente può capitare (come è capitato) che questo eccesso di istinto porti fuori strada, rovinando e magari bruciando la vita di coloro che deragliano in questo vicolo cieco, potrei fare un elenco lunghissimo ma credo che siano emblematiche le storie di pittori come Vincent Van Gogh, o di cantanti attuali come Amy Winehouse, Jimi Hendrix, Whitney Houston per mostrare come un potente istinto artistico e vitale possa, senza controllo, conoscenza, misura e disciplina portare certe vite al disastro.
Vedo poi che la tua obiezione punta a svalutare “il mio discorso”, come se le informazioni contenute nell’articolo andassero prese come “precetti” cui tutti si dovrebbero secondo me attenere. Ti posso assicurare che non è così: ho trovato le informazioni che ho riportato molto interessanti, alla luce della mia esperienza personale per cui ho trovato utile divulgarle. Personalmente imposto la mia tavolozza in altro modo (in questo periodo amo usare la tavolozza classica rinascimentale, basata fondamentalmente sulla gamma delle terre cui si aggiungono pochissimi altri colori) non di meno ho trovato molto interessanti e condivisibili i principi che Hundertpfund delinea nel suo trattato.
Nessun musicista attuale può prescindere dalla conoscenza delle teorie dell’armonia e del contrappunto ne può fare musica se non sa solfeggiare, anche se compone o esegue jazz, musica dodecafonica o contemporanea. Non vedo perché un pittore dovrebbe alienarsi conoscenze utili bruciandole sull’altare del predominio dell’istinto.