Intervista ad Alex Parisi, Pittore di Collegno

Nome completo e professione
Mi chiamo Alex Parisi. Dopo anni di praticantato legale, ho deciso di svolgere la professione del venditore di caffè e dei prodotti da bar. 
Da dove vieni?
Da Collegno, la famosa cittadina dello Smemorato interpretato da Totò, alle porte di Torino
Come, quando e perché è iniziato il tuo amore per l’arte?​
Nel 2007, dopo il liceo artistico, sono rimasto folgorato dalle opere di due torinesi: Felice Casorati e Corrado Porchietti. Poi, grazie al mio professore di pittura al liceo: osservare il suo studio, ingombro di tele, barattoli, poesie di Baudelaire e qualche “Loreto impagliato”, dimenticato qua e là tra la polvere, è stato una fonte di ispirazione costante.

Mi ha molto impressionato anche l’autobiografia di Giorgio De Chirico, il quale decantava il “mestiere antico”. Per lui Raffaello oggi avrebbe comprato un foglio, un làpis temperato e avrebbe disegnato. Ho quindi scoperto Pietro Annigoni, Mario Donizetti, Vespignani e altri pittori che hanno osservato la modernità nel cantuccio del loro studio, saldamente ancorati alla tradizione o al tramonto delle idee.

Cosa hai studiato e dove?
Dopo il liceo artistico ho studiato per mio conto e da auto-didatta, fatte salve alcune puntate a Milano tra il 2012 e il 2014, presso maestri d’arte di solido mestiere, come fanno tutti coloro che si dilettano con passione. Mi ritengo infatti un appassionato dilettante.

Come studente, qual è stata la lezione più importante che hai imparato?
Quella dell’osservazione dal vero o dagli antichi. In questi due poli non è compresa la fotografia: copiare una foto non è un male, ma osservare il caleidoscopio del vero e il modo in cui gli antichi hanno còlto la realtà è per me il massimo.

Come artista, cosa vuoi condividere con il mondo?
Tengo a precisare di essere un dilettante o, ancora meglio, un uomo che disegna e dipinge. Amo la figurazione, in tutti i suoi aspetti: per quanto mi riguarda, non c’è separazione tra un quadro di storia, una scena biblica, un paesaggio o una natura morta (anzi, preferisco la parola “vita silente”, che traduce come gli inglesi e i tedeschi definiscono il genere della natura morta), purché si ponga grande attenzione alla composizione, all’equilibrio delle parti nell’insieme. 

Secondo te, da dove viene l’ispirazione?
In quanto cristiano evangelico, sono persuaso che l’ispirazione venga da Dio: è dunque un dono, ma anche – e soprattutto – una responsabilità. Penso che la migliore ispirazione sia quella che non mette in luce il pittore, ma la verità di quello che rappresenta. Da qui il mio particolare interesse verso gli oggetti rappresentati e la tradizione figurativa.

Qual è l’elemento iniziale che innesca il processo creativo? E cosa ritieni sia più importante? Il concetto, l’idea espressa, o il risultato estetico e percettivo dell’opera?
Rispondere a questa domanda è difficile, ma non voglio rinunciarvi.
Anni fa ho frequentato un convegno tenuto dal compianto Fratel Enrico Trisoglio, noto grecista e studioso della patristica antica torinese. Era un uomo capace di raffinate e dignitose citazioni, di quelle che riscaldano l’uditore. Tra una lettura e l’altra di Dante e Leopardi, espose una propria immagine: tale era la descrizione di due betulle garbate e sinuose, dolcemente attraversate da brezze primaverili.

Come non rimanere colpiti dalla sinuosità degli alberi e dal loro maestoso portamento, spesso valorizzato dagli antichi che hanno dipinto campagne romane o rovine? Posso dire che questa immagine, e ciò che evoca, è il mio elemento iniziale che innesca il processo creativo.

Quale fase dell’arte ti colpisce di più?
Quella relativa al disegno e alla preparazione della sotto-pittura. Per chi conosce la musica barocca, queste fasi del lavoro sono equiparabili al “basso continuo”, conferendo solidità e maestosità all’opera.

Perché hai scelto le arti visuali?
Le arti visuali comprendono diversi aspetti della realtà e forniscono diverse chiavi di lettura. Le buone figurazioni, in particolare, possono stupire e, al contempo, suscitare interrogativi.

Cosa si prova a manipolare la materia per creare un’opera visiva?
La sensazione che prova un artigiano quando utilizza i mezzi di cui dispone per realizzare, nel modo più onesto possibile, un’opera.

È difficile discorrere d’arte senza parlare di sé. Quanto c’è della tua storia, dei tuoi ricordi, della tua vita intima, nelle opere che realizzi?
A mio avviso molto poco. Credo che lo studio perseverante del vero e delle maniere degli antichi maestri aiuti a superare le proprie vicissitudini. Ancora una volta, credo che l’interesse sia da spostare sull’opera, più che sull’autore.

Qual è l’importanza di trasmettere la conoscenza artistica alle nuove generazioni?
Massima: la società occidentale è bombardata da moltissime immagini, ma non sa inventarne di nuove. Inoltre, manca la tradizione, un pilastro che rimane intatto tra una moda e l’altra.

Secondo te qual è la funzione sociale dell’Arte?
Non saprei rispondere a questa domanda. Più che di funzione sociale, parlerei di funzione “civile”, ricordando chi siamo stati nel Rinascimento, per non lasciare spazio all’oblio e alle barbarie Siamo la civiltà che ha prodotto il prodigio della musica partenopea del XVIII secolo, da lì vengono Bellini, Donizetti, Rossini e Verdi; anche quest’ultimo parlava di “ricerca del vero” nelle proprie opere. Ecco, che ciascuno di noi lo ricerchi, senza esitazione...

Cosa dicono le tue opere? Quali messaggi vogliono comunicare?
Sono felice quando viene affermato che ricerco il vero e lo rappresento con un forte equilibrio tra maniera e realtà. Parlino gli oggetti e le figure, sospesi nel silenzio e sottratti al tempo.

Quale messaggio personale vorresti lasciarci?
Quello di amare profondamente il vero impresso nelle cose. Osservatelo, coglietene le forme armoniose e raffiguratele, con la maggiore onestà possibile. Amate le forme eleganti, maestose e sinuose racchiuse in ogni oggetto: dalla foglia al quadro di storia, sempre vi può essere la motivazione per disegnare e dipingere con dedizione. 

Grazie Alex

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Alessandro Pedroni

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Ciao, se mi leggi forse condividi con me l’amore per il disegno e la pittura e sei sempre alla ricerca di approfondimenti e nuovi stimoli, cosciente che c'è sempre ancora molto da scoprire. Mi piace condividere quello che ho imparato in una vita di mestieri fatti con la matita e i pennelli in mano, per questo insegno disegno e pittura da più di dieci anni e scrivo articoli sulla pratica del disegno e della pittura su questo blog.

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