La calligrafia giapponese (chiamato Shodo) occupa un territorio a cavallo tra l’arte e la meditazione.
In questa forma d’arte tradizionale il confine tra disegno e scrittura è decisamente indistinto. La parola Sho può significare indifferentemente scrivere, disegnare o dipingere.
La parola Do come in altre forme di attività tradizionale significa Via, Modo (Ju-Do, Tae-Ken-Do, Ken-Do) ed è la parte di cui ci interesseremo in questo articolo tratto dal Blog di Paul Foxton.
Considerare qualsiasi attività umana come se fosse un Do, una Via, la eleva oltre il suo scopo prosaico e spinge chi la pratica a raffinarla fino a farne una forma d’arte; per questa Via ci si avvicina a quella particolare attività assumendola come un sistema di vita che incarna alcuni principi universali fondamentali. Seguire un Do significa cercare continuamente di incarnare questi principi sempre più completamente nel proprio modo di vivere.
Nello Shodo, uno dei principi più importanti è la coordinazione, l’unità tra mente e corpo – l’armonia tra corpo e mente.
Secondo chi segue discipline come il Shodo, queste riescono attraverso la pratica a creare momenti di armonia tra il corpo e la mente, con il risultato di:
- migliorare l’attenzione e la focalizzazione
- creare uno stato di grazia, pacificato e rilassato
- sviluppare la forza di volontà
Mi sembra che tutti questi risultati siano decisamente desiderabili per la vita quotidiana di qualsiasi persona e per l’attività di qualsiasi tipo di artista.
- attenzione e focalizzazione: abbiamo bisogno di attenzione e focalizzazione delle nostre energie per poter lavorare per lunghi periodi di tempo. Realizzare un qualsiasi disegno con precisione richiede attenzione. Altrettanto importante è il fatto che le nostre capacità si sviluppano maggiormente quando diamo piena attenzione al compito che stiamo svolgendo.
- Serenità e rilassamento: è difficile ottenere una bellaopera d’arte se si è stressati e nervosi. È quasi impossibile lavorare con attenzione e focalizzati sul compito, se non si è rilassati. Belle linee armoniose non possono arrivare che da un luogo di calma.
- Forza di volontà: La forza di volontà è indispensabile per mantenerci sul percorso (il Do) per continuare a sviluppare noi stessi e la nostra arte. Sviluppare le abilità necessarie alla realizzazione di opere d’arte valide richiede devozione e pratica esercitata per lungo tempo.
Per questo motivo propongo lo studio di alcuni esercizi di “Shodo” o di “Disegno creativo di forme” (una via occidentale a questo tipo di meditazione) durante i miei laboratori de “Il Gioco dell’artista” come parte della pratica regolare che ogni artista figurativo o aspirante tale dovrebbe affrontare per lo sviluppo della propria competenza e per favorire il proprio accesso alla zona creativa che è in ciascuno di noi.
Trasformazione personale
Quando affrontiamo questo tipo di percorsi potremmo pensare che il motivo per cui pratichiamo è quello di migliorare la nostra arte, ma la vera trasformazione è quella che avviene dentro di noi.
Se quello a cui miriamo è lo sviluppo della abilità nel disegno e nella pittura, la pratica regolare e mirata di questo tipo di esercizi ci aiuterà sicuramente. Ma succederà che ci saranno dei miglioramenti nella nostra personalità; nella nostra comprensione di noi stessi; nella nostra capacità di concentrarci e di vivere completamente e chiaramente nel nostro presente.
Meravigliose imperfezioni
Il concetto di Wabi (vedi anche il libro Wabi-sabi per artisti, designer, poeti e filosofi), è uno tra i principi guida più importanti tra quelli che guidano lo Shodo.
Wabi si può tradurre letteralmente in “povertà” o meglio “semplicità“. Indirizza la nostra attenzione verso la semplice verità della natura, alla mancanza di artificio umano.
Wabi esprime anche la bella imperfezione e l’irregolarità della natura. L’equilibrio asimmetrico è un’idea centrale nello Shodo, che cerca di insegnarci a risuonare con la semplice spontaneità da cui scaturiscono le opere d’arte più sincere e si riflette anche in quella semplicità di composizione che caratterizza le opere più efficaci.
L’Enso
Per iniziare la tua esplorazione dello Shodo e per intuire come le idee che questa disciplina può apportare miglioramanti alla tua pratica artistica, comincia praticando per un’ora la sera, solitamente cominciando con un Enso seguita dalla pratica con alcuni tratti base.
L’Enso può simboleggiare molte cose, spesso è descritto come un cerchio infinito. Rappresenta una azione dinamica in equilibrio e concentrazione completa nel momento presente.
In questa forma d’arte tradizionale il confine tra disegno e scrittura è decisamente indistinto. La parola Sho può significare indifferentemente scrivere, disegnare o dipingere.
La parola Do come in altre forme di attività tradizionale significa Via, Modo (Ju-Do, Tae-Ken-Do, Ken-Do) ed è la parte di cui ci interesseremo in questo articolo tratto dal Blog di Paul Foxton.
Per questo motivo propongo lo studio di alcuni esercizi di “Shodo” o di “Disegno creativo di forme” (una via occidentale a questo tipo di meditazione) durante i miei laboratori de “Il Gioco dell’artista” come parte della pratica regolare che ogni artista figurativo o aspirante tale dovrebbe affrontare per lo sviluppo della propria competenza e per favorire il proprio accesso alla zona creativa che è in ciascuno di noi.
Wabi esprime anche la bella imperfezione e l’irregolarità della natura. L’equilibrio asimmetrico è un’idea centrale nello Shodo, che cerca di insegnarci a risuonare con la semplice spontaneità da cui scaturiscono le opere d’arte più sincere e si riflette anche in quella semplicità di composizione che caratterizza le opere più efficaci.
La pratica dello shodo
- La pratica inizia con la disposizione rituale dei materiali che serviranno. Chi disegna o dipinge regolarmente ha quasi sicuramente i propri rituali, magari inconsci, quando inizia il lavoro, è un modo per entrare nello stato d’animo giusto. Nello Shodo questa attività diventa – grazie alla ritualità – cosciente, una preparazione mentale che aiuta a sviluppare in tranquillità e relax. Inoltre rende molto più facile iniziare ogni giorno.
- Si inizia a stemperare la bacchetta di inchiostro, questo processo ha lo stesso valore per la pratica che quello della realizzazione fisica del disegno stesso. La macinazione dell’inchiostro di china è un’opportunità per praticare l’attenzione, per mettersi a fuoco e rilassarsi – non importa a questo punto se si disegnerà qualcosa o no, quello che conta è entrare in uno stato attento, concentrato e rilassato.
- A questo punto la pratica consiglia di prendersi qualche minuto per prendere contatto con il proprio centro energetico (quello che i giapponesi chiamano hara) e rilassarsi.
- Finalmente l’ Enso viene dipinto.
Qui sotto c’è un breve video di due minuti che mostra in che modo si svolge una tipica sessione di pratica.
Secondo Paul Foxton, l’autore di questo articolo, questa concentrazione completa nel momento presente, nel quale insieme alla semplicità ed equilibrio imperfetto, asimmetrico dell’Enso può alimentare direttamente qualsiasi pratica di disegno.
Ecco il suo esempio:
In questo piccolo disegno di una pianta, si può vedere la semplicità e l’imperfezione della natura, riflessa nella imperfezione del suo disegno.
Foxton afferma che tutti i suoi disegni sono imperfetti in misura maggiore o minore.
il disegno si è sviluppato verso un equilibrio asimmetrico, in modo che il disegno del soggetto è stato ritagliato e composto in un cerchio.
L’atto stesso di sedersi in un giardino per eseguire un disegno della pianta di malvarosa può essere considerato una forma di meditazione.
Bisogna essere attenti a non correre, a cercare di non pensare al disegno finito, concentrandosi quanto più possibile su ogni linea mentre la matita traccia lentamente sulla la carta.
Sei già arrivato
Ogni volta che ti immergi completamente in un atto creativo (non importa quanto insignificante possa sembrare) sei arrivati.
Ogni volta che agisci, puoi migliorare te stesso un poco di più: trovi più pace, sviluppi la tua focalizzazione, migliori un poco l’attenzione, diventi più forte in te stesso.
Forse è davvero questa la lezione dell’enso. C’è un inizio preciso, quando il pennello tocca la carta per la prima volta. Ma non c’è fine.
L’Enso, la pratica Shodo, e la meditazione riguardano la tua trasformazione personale.
In definitiva, credo, è per questo che pratichiamo l’arte: per migliorare noi stessi, esprimendo la nostra interiorità e sviluppando la nostra creatività.
Le idee in questo post sono venuti in gran parte dalla lettura del libro Brush Meditation, A Japanese Way to Mind and Body Harmony by H. E. Davey.
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ora posso dire che shodo mi accompagna da tutta la vita.
Da bambina disegnare era per me entrare in contatto profondo con me stessa (ma ancora non lo sapevo) e da adolescente l’unico modo per esprimermi.
Ora che sono quasi vecchia e dopo lungo tempo sono tornata a ciò che di meglio mi riesce nella vita, sento che c’è una nuova forma di armonia dove anche le stagioni passate senza pittura o disegno tornano ad essere utili.
Adriana
Grazie di questa conferma Adriana, posso dire che, pur non avendo mai praticato Shodo con regolarità, cerco di affrontare il disegno e la pittura secondo questo modo, alla fine è il vero motivo per cui dipingo …