I materiali da disegno
Nulla può sostituire abilità ed esperienza.
Ma è anche vero che Michelangelo usando una penna a sfera o una matita 2B, per i suoi disegni avrebbe ottenuto risultati diversi.
Scegliere i giusti materiali quindi, è determinante per soddisfare le esigenze della propria visione artistica.
Ogni strumento permette di ottenere risultati diversi, perché ogni strumento da disegno ha la propria natura essenziale.
Grafite, pastello sanguigno, e matite colorate offrono meno contrasto rispetto alle matite di carboncino compresso o agli inchiostri.
Se cerchi contrasti profondi e ampie gamme di chiaroscuro, è necessario usare fusaggine o carboncini compressi piuttosto che la grafite. Mentre se l’obiettivo è una resa di chiaro scuro più delicata, conviene usare grafite o matite colorate, più adatte a questo scopo.
Vediamo alcune caratteristiche, vantaggi e problemi dei vari materiali da disegno.
Grafite
La maggioranza di noi ha cominciato a disegnare con le matite di grafite.
Per questo, sono spesso la scelta più comoda e sicura per molti artisti.
Quando cominciano a frequentare corsi d’arte, insegnanti di buon senso cercano spesso di spingere i loro studenti a provare invece fusaggine e carboncino.
Tuttavia, per chi comincia è meglio iniziare con strumenti cui è abituato.
È già difficile cercare di imparare questioni impegnative come le proporzioni umane o la resa del volume con il chiaro scuro; avere anche con il problema di imparare usando strumenti cui non si è abituati, non sarebbe certo un aiuto.
La grafite, considerata principalmente come strumento per tracciare linee, è più flessibile di ciò che ci si può aspettare. Permette di ottenere effetti molto fluidi e pittorici – per esempio, applicando grafite in polvere sulla carta con un pennello, uno sfumino o uno straccio di camoscio.
La grafite è preparata anche in bastoncini di diverse forme, dimensioni e durezza. Ciò consente di definire una varietà di forme con sfumature delicate o a tratti ampi, con colpi espressivi.
Il problema principale è che essa non permette di ottenere ombre veramente profonde come quelle ottenute con il carboncino o i pastelli.
Con il tratteggio non si può insistere più di tanto, più si insiste a tratteggiare e sfumare più si creano superfici pestate, lucide e riflettenti che annullano la profondità delle ombre e il senso realistico.
La grafite è comunque ottima per lo studio, per disegni precisi, per analizzare forme complesse o forme anatomiche difficili da capire.
Questo mezzo artistico, fu proposto dagli inglesi alla metà del 1500, come alternativa più facile, pratica e fluida del disegno a punta metallica, usato fino a quel punto per disegni dettagliati e analitici.
Diversamente a ciò che succede con la punta metallica, si possono ottenere ombreggiature più naturali e fluide. Ciò che manca è la diversa profondità di linea offerta dalla punta metallica, che può sembrare rilevata in modo tridimensionale.
Matite colorate
Le matite colorate combinano le qualità della grafite e della punta metallica.
Ci sono vari tipi: alcuni tipi offrono delicatezza e profondità di linea come la punta metallica (in più ovviamente hanno il colore), altri morbidezza nei passaggi di valore e tonali.
Le matite colorate non si cancellano con la stessa facilità della grafite, ma i prodotti di qualità come Stabilo Original e Caran d’Ache offrono – se tratteggiati leggermente – una buona possibilità di correzione con gomme di vinile.
Le matite colorate a pasta dura sono particolarmente adatte a lavori di precisione, possono essere affilate molto finemente usando un taglierino o con un temperamatite di qualità (in questo caso si perde molta pasta colorata).
La matita “sanguigna“ a medio valore in particolare, è uno dei colori più usati per disegnare. Composta da minerale di ematite, era usata in stecche molto prima che fossero inventate le matite.
La matita sanguigna permette tocchi delicati ma se premuta maggiormente offre valori più scuri e contrasti netti. Lavorando su carta tinta o cartoncino colorato si possono accoppiare alla matita sanguigna anche una matita color seppia, più scura e precisa e matite o pastelli bianchi.
Le matite colorate – come le matite di grafite – tendono ad avere una gamma di contrasti limitata, specie quelle a pasta dura: questo può essere un vantaggio perché costringe ad analizzare più in profondità i valori luminosi del modello e a rendere con maggiore attenzione i tratteggi del disegno, che vanno amministrati con cautela per non trovarsi sbilanciati nell’esecuzione.
Conviene costruire il chiaro scuro gradualmente, procedendo dapprima per larghe masse e poi approfondire le variazioni di tono fino a raggiungere i valori scuri desiderati. Lavorare per strati successivi può consentire di mantenere meglio la tessitura della carta e contribuire a dare un senso di atmosfera.
Si tratta di un medium che richiede un tocco gentile, le matite sono fragili e la loro punta può spezzarsi se si preme troppo durante il tratteggio, creando solchi non voluti e non più cancellabili. Bisogna fare attenzione che non cadano perché la pasta colorata all’interno del legno può spezzarsi rendendo ostico temperarle senza che la punta appena fatta non si stacchi durante l’operazione.
Se si tenta di ottenere valori troppo scuri in una sola volta, si ottengono sgradevoli superfici dense e lucide. Con alcuni colori – se la pressione è troppo pesante – la tonalità può addirittura cambiare.
Alcuni problemi legati alla durezza della pasta delle matite colorate è stata ovviata dalle case produttrici che hanno messo in commercio gamme di matite colorate più morbide, capaci di rendere gamme più ricche e intense si possono provare i Derwent coloursoft o le Faber Castell Polychromos, magari alternando i tratteggi con matite più dure per ottenere risultati più intensi e saturi e allo stesso tempo più precisi.
Pastelli e carboncini
I pastelli neri e il carbone di legna puro (fusaggine) offrono i maggiori contrasti di valore di chiaro scuro. Li trovi sia come matite che in stecche che in polvere ma esistono anche scatole assortite che offrono vari formati di fusaggine e carboncini.
Questo mezzo può essere usato in molti modi: per disegnare in modo libero e sciolto, a partire da ampie masse di grigio individuando in modo gestuale le masse d’ombra del modello.
Come nel filmato qui sopra, alcuni artisti preferiscono usare la polvere di carbone (ottenuta temperando con la carta vetrata i carboncini, o acquistata già polverizzata) o il Pan Pastel nero nelle fasi iniziali. Successivamente rifiniscono il lavoro usando carboncino compresso (in matita o stecca) e gomma pane o gomma di caucciù.
Si può anche iniziare usando la fusaggine che è più facile da sfumare, modificare o cancellare con gomme da cancellare o gomma pane, poi si passa a matite o stecche di carboncino pressato per ottenere interventi più permanenti e precisi.
Le matite di carboncino sono disponibili in diversi gradi di durezza, come la grafite. Il carboncino più tenero è spesso utile per costruire masse su disegni grandi ed espressivi, quelle più dure, come H e HB, sono più adatte per lavori più fini e particolareggiati.
Le matite di carboncino duro, sono facili da affilare con punte lunghe e appuntite, possono essere utilizzate per rendere rapidamente linee spesse e sottili variando la posizione della mano. Grazie a questa caratteristica si possono costruire masse oscure con una rapida tessitura di colpi.
Sono anche possibili toni ampi e privi di linee. Facendo scorrere il fianco del carboncino sul foglio. Passaggi ripetuti con questo metodo possono creare rapidamente variazioni di valore.
Il segno della fusaggine (di salice o di vite) tende ad avere un tono più caldo Rispetto a quello del carboncino compresso. Se in un disegno si usano entrambi conviene poi sfumare le masse di tratteggi per armonizzare i toni freddi con quelli caldi.
Per gli stessi motivi, non è una buona idea mescolare toni chiari a matita bianca o gesso con toni scuri a carboncino (o grafite), a meno che questo non sia fatto sistematicamente su tutto il disegno. Altrimenti, il risultato apparirà confuso, torbido o semplicemente caotico, specialmente su carta tinta o cartoncini colorati.
Suggerimento: se lavori con carboncini, compressi o grafite, conviene usare matite progressivamente più morbide, senza grossi salti, per mantenere uniformità e armonia nella trama dei toni. Saltare tra gradi di morbidezza troppo divergenti – ad esempio da un HB a una 6B, molto più morbida – può creare differenze fastidiose tra trame troppo forti e altre troppo fini.
Pastelli grassi a olio o cera
In questa categoria puoi trovare una grande varietà di marchi: da Cretacolor a Pitt di Faber-Castell, questi offrono un buon compromesso tra gli scuri che si ottengono con gessetti o pastelli morbidi e la finezza delle matite colorate o della grafite. Il colore generalmente più usato per il disegno e gli schizzi è il colore sanguigno.
Conviene usare in un disegno pastelli della stessa marca, spesso da una marca all’altra i colori, malgrado abbiano lo stesso nome, hanno differenti intensità, tono e saturazione.
Inchiostri e penne a sfera
Si può disegnare con molti attrezzi ad inchiostro: penne stilografiche, pennelli, pennarelli, pennini da china, Rapidograph, Graphos, pennarelli da disegno tecnico, tratto pen, penne a sfera e molto altro ancora.
Un trucco che ho visto usare con la penna stilografica è quello di intingerla nell’inchiostro, come se fosse un pennino. In questo modo è possibile usare inchiostri più densi di quelli da scrittura (inchiostri tanto densi che avrebbero intasato la penna se caricati nel serbatoio) ed ottenere in questo modo tratti netti, forti e scurissimi.
Usando pennini da calligrafia, a punta diagonale, usati lateralmente, si ottengono linee fini e delicate, con la possibilità di ottenere sottili variazioni di spessore.
Le punte dei pennini si possono appuntire o rimodellare usando una pietra per affilare, per linee sempre più sottili.
Se dopo aver tracciato un disegno usando un pennarello con inchiostro a base d’acqua si passa in modo accorto un pennello bagnato, si possono ottenere interessanti effetti di chiaro scuro (l’esempio del disegno di Lucia Vallifuoco vale più di mille parole).
I pennarelli a punta grossa possono essere usati anche quando sono esauriti, basta aprirli sulla “coda” e rabboccare l’acqua o l’alcool, ne risulteranno pennarelli che tracceranno tinte diluite, utilissime per gli effetti di chiaro scuro e quelli tonali.
Usare la penna a sfera per schizzi rapidi è un ottimo esercizio per migliorare la coordinazione occhio-mano. Poiché l’inchiostro è irrevocabile, è un ottimo strumento di allenamento. Rafforza l’abitudine di pensare prima di mettere giù una linea.
Pigna – penna a sfera Bic – Alessandro PedroniLe penne a sfera sono uno strumento molto interessante per la loro capacità di produrre linee sottili e incisive. Bisogna però stare molto attenti alle gocce di inchiostro che si creano inaspettate durante il tratteggio – di solito nel momento peggiore possibile.
È necessario abituarsi a pulire regolarmente i detriti di carta che si accumulano intorno alla punta della penna, che possono produrre sbavature anche dopo pochi minuti di lavoro.
Esistono penne a sfera di ogni colore, usate combinando i loro tratteggi possono offrire tratteggi tonali molto interessanti.
Tecniche miste
Non ci sono regole che vietino di usare in un’opera un solo mezzo. Non si deve aver paura di mescolare media non collegati, combinando matite colorate diverse o esplorando approcci non ortodossi.
Ad esempio, può essere interessante combinare la grafite con le matite colorate e con inchiostri, iniziando liberamente con la matita e finendo magari con l’inchiostro o a olio.
Sperimentando queste combinazioni di media, crescerà la tua esperienza e scoprirai alcune importanti limitazioni. Per esempio troverai difficile applicare gessetti o pastelli su superfici tratteggiate a grafite o con pastelli a cera o scoprirai che non puoi usare velature su carta sottile.
Puoi provare anche superfici più dure come tela, carta levigata o altre che ti rispondano sia che tu lavori con media asciutti o bagnati e consentendo combinazioni tra carboncino e pittura che non sarebbero possibile sui supporti classici per il disegno (vedi il disegno “Marmadu” di Robin Smith).
Scegliere la carta giusta
Alcuni artisti amano frugare tra pile di carte insolite e costose. Ma si può continuare a disegnare sulla superficie liscia di un cartoncino preso in cartoleria, come facevamo da bambini.
Carte e cartoni su cui disegnare non sono difficili da trovare in vari formati di spessore e dimensione, quindi puoi sbizzarrirti e scoprire quello più giusto per te.
Le superfici molto lisce e rullate non sono sempre buone per il carboncino o i pastelli morbidi. Che ci crediate o no, la carta da giornale invece è è perfetta. Anche la carta da pacchi bianca, sul lato non lucido. Sfortunatamente la carta da giornale, è molto acida, ingiallisce e si sfalda rapidamente. Ci sono molti artisti che amano comunque questo tipo di superficie, anche se sono alla continua ricerca di sostituti meno effimeri.
Il miglior sostituto che ho trovato è prodotta dal Arches, che offre la maggior parte delle proprietà della carta da giornale. Dicono che anche la carta assorbente dia ottimi risultati ma per ora non l’ho mai provata. Questo tipo di carte hanno una superficie veramente molto delicata e si rovinano facilmente se si cancella o si pesta il tratto.
Per chi vuole lavorare su carta o cartoncino tonale, c’è molta scelta. Per esempio la serie 400 di Strathmore di o le carte tonali Artagain, così come Canson Mi-Teintes. Questo fogli presentano due lati diversi, uno più liscio e serico, l’altro dalla trama più ruvida e materica. Il lato liscio consente una resa delicata dei chiaroscuri, il lato ruvido è utile per rese più espressive e tonali.
Lavorare con le gomme da cancellare
Alcuni insegnanti vietano l’uso delle gomme da cancellare nel tentativo di convincere gli studenti a guardare bene e ad essere presenti e impegnati prima di tracciare ciascun segno. Una gomma non può supplire alla mancanza di attenzione nel guardare il modello ne alla incertezza che ne deriva tracciando il disegno. Ma – come ho detto in un video pubblicato tempo fa – credo che le gomme per cancellare siano uno strumento importante se non se ne abusa.
Il disegno si può considerare un processo di revisione. Metti giù qualcosa, poi aggiusti, mettendo progressivamente a fuoco, verso una maggiore accuratezza mentre lavori. Bisogna solo essere attenti e osservare attentamente il modello e disegnare leggermente in modo da poter cancellare più facilmente in seguito.
Le gomme non sono tutte uguali. Si deve cercare – sperimentando – il tipo migliore di gomma adatto al supporto e al compito che si vuole svolgere. La gomma pane è piuttosto efficace per modellare le luci nei lavori a carboncino, le gomme di plastica funzionano bene per alleggerire o rimuovere le matite colorate, o quelle di carboncino compresso dalla carta liscia. Per piccoli lavori di precisione si può usare addirittura il patafix o il blu tack e c’è chi impazzisce per le gomme elettriche o per quelle a matita. Sta a te sperimentare e trovare quelle più giuste per i tuoi scopi.
Mantenendo pulite le gomme da cancellare, esse diventano strumenti di disegno che permettono di creare luci e tratti chiari nelle zone più scure o per creare trame che simulano superfici materiche.
Puoi per esempio stendere ampie sfumature a carboncino o pastello sul tuo disegno, per poi tracciare linee o tratteggi leggeri nella massa con una gomma appuntita e creare effetti di trame o volume, proprio come si potrebbe fare con una matita bianca su carta colorata.
Altri attrezzi
Ci sono anche molti altri strumenti da considerare: lame di rasoio e carta vetrata sono utili per affilare le matite. Molti artisti amano usare camoscio e sfumini di carta pressata o tortiglioni per ammorbidire i passaggi a carboncino, pastello e grafite per avere toni uniformi.
Puoi usare dischetti da struccare per ottenere larghe masse uniformi. Potresti usare anche le dita ma bisogna tenerle pulite e asciutte, magari usando un tovagliolo di carta prima di ogni utilizzo. In caso contrario, il grasso della pelle sporcheranno o macchieranno il disegno.
Non c’è dubbio che la scelta dei materiali avrà un impatto sull’aspetto del disegno. E i materiali che sono qui menzionati sono solo alcuni di quelli possono essere trovati e provati. Ma alla fine, è l’artista che crea il disegno, non i materiali.
Osservando le diverse versioni realizzate da Hendrick Goltzius dell’Ercole Farnese, è evidente – indipendentemente dal materiale usato – l’intenso interesse dell’autore per il volume scultoreo, ed è questo che rende le opere avvincenti, trasmettendo potenza e duratura importanza artistica.
Liberamente tradotto da: http://www.artistsnetwork.com/medium/drawing/different-materials-affect-drawing-process