Cosa è il MILANG e come può aiutarti nel disegno o nella pittura dal vero

Se insegni disegno e pittura, sai che devi trovare il modo per semplificare i concetti legati al procedere di questo tipo di attività per riuscire a trasferire in modo adeguato le conoscenze fondamentali del processo. Per una migliore comprensione e applicazione, uso questo schema. Ho pensato che alcuni di voi potrebbero trovare anche questo utile.

All’inizio, quando si impara, si può essere un po’ più timorosi prima di affrontare il disegno dal vero. Per ricordare le varie fasi con cui affrontare un disegno dal vero puoi memorizzare questo breve acronimo da tenere a mente quando cerchi di catturare la somiglianza con il tuo soggetto.

MI – Misurare ad occhio

Si tratta di una prima valutazione delle dimensioni fondamentali di un soggetto o di una composizione. Conviene iniziare con misure veramente generali: altezza e larghezza maggiori e asse centrale. A partire da questo rettangolo immaginario si può procedere sgrossando via gli spazi negativi.

 

L – Luce o illuminazione

Si tratta della mappa di base della luce e delle zone scure del tuo soggetto. Immagina dividere in sole due categorie (luce/ombra) e di farci entrare ogni valore che vedi. Questa separazione costituisce una struttura fondamentale di qualsiasi immagine e ti permetterà col tempo di valutare aspetti fondamentali della composizione, come ad esempio l’equilibrio o lo squilibrio del Notan.
Lo stratagemma di guardare attraverso le ciglia, o di incrociare gli occhi simulando un certo strabismo, in modo da ottenere uno schema visivo astratto del modello, ridotto in (per lo più) due valori generali, è molto utile. Devi cercare di delimitare una mappa di soli due valori (uno costituito dal valore di superficie del supporto su cui si lavora e l’altro ottenuto grazie a una stesura leggera con un materiale che non condizioni eccessivamente gli interventi successivi.

AN-ancore

Un’ancora individua un punto di riferimento concreto sui nosti modelli. Si può trattare dei punti più scuri come delle luci più chiare, o anche dei punti in cui i colori sono più vivaci e saturi. Si tratta dei punti di riferimento che il modello ci offre.
A seconda materiali con cui si sta lavorando, forniscono una guida per “tarare” la propria tavolozza, creando gli impasti di partenza da cui partire per risolvere tutti gli altri valori / colori.

G-Gradazioni

Una volta stabilite e applicate le ancore giuste, bisogna collegarle tra di loro, sfumando tra un’ancora e l’altra in modo opportuno. A partire da ciascuna “ancora” il colore si espande, come farebbe una coltura di batteri in un piatto di coltura creando gradazioni che vanno a incontrare e mescolarsi con le espansioni che partono dalle altre ancore.  Controllare strizzando gli occhi permette di controllare i rapporti di valore e quelli di tono.
Una strategia utile può essere quella di osservare in modo sfocato due zone in cui sono state stese le tonalità di partenza, si può in questo modo prevedere quale sarà il risultato della fusione tra i due valori/toni. Se il risultato di questa operazione non risulta corretto, probabilmente una delle due impostazioni di partenza non è ben calibrata (o entrambe) e si può procedere precocemente ad una messa a punto, senza troppo lavoro inutile. Di solito gli errori di impostazione, comunque, non riguardano l’ancora, ecco perché le ancore precoci sono così importanti.


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Alessandro Pedroni

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Ciao, se mi leggi forse condividi con me l’amore per il disegno e la pittura e sei sempre alla ricerca di approfondimenti e nuovi stimoli, cosciente che c'è sempre ancora molto da scoprire. Mi piace condividere quello che ho imparato in una vita di mestieri fatti con la matita e i pennelli in mano, per questo insegno disegno e pittura da più di dieci anni e scrivo articoli sulla pratica del disegno e della pittura su questo blog.

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