Insegnare a disegnare o dipingere, spiegare tecniche, trucchi, sistemi antichi o moderni per gestire le proporzioni è abbastanza facile, specie se si ha un programma definito con delle tappe precise…
Ci credi?
Questo è vero ma è solo una parte della sostanza dell’insegnamento, quella che serve a tranquillizzarmi e pensare di sufficientemente preparata sull’argomento. Amo profondamente quello che insegno e vorrei comunicare per vie non razionali, trasmettere lo stato alterato di coscienza che raggiungo durante il lavoro e l’attenzione e la concentrazione necessaria per riuscire a VEDERE.

Un esempio: dobbiamo disegnare o dipingere un albero. Ti mostro la foto, ti spiego che il tronco ha una certa texture, che i rami hanno un verso, una distribuzione ciclica, un andamento verso l’alto o il basso, che la chioma può essere compatta o rada e ti invito ad osservare con attenzione l’albero e tentare di riprodurne gli andamenti. Facciamo un bozzetto a matita prima di dipingere, per vedere le ombre e le luci…insomma, facciamo tutto il necessario perché il lavoro proceda.
Eppure non sempre tutto questo funziona. A questo bisognerebbe aggiungere ore, ore e ore di esercizi, prove e controprove sino a raggiungere quello “stato di grazia” che ci permette di “essere nell’albero” e quindi poterlo riprodurre. Tutto ciò è in contrasto con i tempi di un insegnamento necessariamente concentrato e con il tuo desiderio di ottenere risultati soddisfacenti.
Per superare questi ostacoli sto sperimentando un metodo già conosciuto ed applicato da Betty Edwards, il disegno cieco, applicandolo però alla pittura ad acquerello.
Si tratta di dipingere la chioma di un albero, meglio se rada, concentrandoti su un punto specifico ed osservandolo con attenzione. Il foglio di lavoro deve essere sistemato di lato in modo da non vederlo e col pennello dipingiamo seguendo con gli occhi gli andamenti delle foglie e riproducendoli senza guardare mai il lavoro. In questo caso il soggetto era un albero rado, con molti spazi tra i rami e ciuffi di foglie leggere che sfumavano all’esterno. Per fare questo lavoro abbiamo utilizzato un vecchio pennello piatto di setola, lavorandolo con le mani in modo da allargarlo al centro e picchiettando il colore sul foglio.
Ho utilizzato questo metodo perché l’allievo tendeva a controllare il lavoro e stabilire contorni netti là dove non esistevano. Dare un contorno alle cose, in questo caso alla chioma di un albero, è una tendenza comune. I bordi, le righe e i margini tendono a rassicurare mentre il segno istintivo senza contorni netti mette in uno stato di insicurezza.
Cercare di dipingere senza vedere è una dura prova e mette in gioco in particolare il nostro approccio alla pittura e l’atteggiamento di controllo che assumiamo.
Mentre dipingi guardi più a lungo il soggetto piuttosto che il lavoro, noti i più piccoli particolari, le ombre, il modo speciale in cui la luce lo colpisce, quel riflesso etc…e mentre lavori entri in uno stato magico e meditativo che ti permette di notare anche i più piccoli particolari, o, nel caso di una pittura alla prima, di cogliere gli andamenti generali delle cose: il movimento dell’acqua, il verso dei capelli mossi dal vento, la linea generale di un corpo fermo o in movimento.
Questo esercizio ha la funzione di rompere gli schemi e di creare una rottura metodologica aiutandoti a riconoscere il tuo tentativo di controllo e quindi ad aiutarlo a GUARDARE realmente ciò che ha di fronte.
I risultati sono strabilianti. Sicuramente il soggetto dipinto non è uguale a quello che hai davanti, ma ne coglie l’intima sostanza.
Una volta fatto l’esercizio, si prosegue applicando la giusta metodologia, cioé guardando il soggetto e spostando lo sguardo ogni tanto sulla la posizione del pennello.
Ogni volta che non riesci a cogliere le forme e gli andamenti di ciò che hai davanti, fermati e utilizza questo esercizio. Ti aiuterà a guardare come guarda un artista.
L’ESERCIZIO IN TAPPE
1) la preparazione (il rito di preparazione è fondamentale, ti predispone alla concentrazione)
Sistema il tuo soggetto (foto dell’albero in questo caso) di fronte a te su un tavolo e la sedia di fronte al soggetto. una volta seduto, posiziona il foglio alla tua destra o sinistra per i mancini. La posizione del foglio è importante: non posizionartelo di fronte perché la tentazione di allungare lo sguardo sarà troppo forte e ti impedirà di concentrarti.
Prepara una quantità di colore sufficiente e l’acqua e sistemali in modo da non doverti muovere

2) Guarda con attenzione il soggetto e scegli un particolare della chioma da copiare, prepara il pennello col colore e prova alcune volte per verificare che a una certa pressione corrisponda un segno leggibile.
3) Adesso inizia. Concentra lo sguardo sul particolare scelto e segui tutti gli andamenti delle foglie, come si muovono, se verso l’alto o verso il basso, se formano una raggiera, se sono raggruppate o rade, e contemporaneamente dipingi. Muovi lo sguardo e dai l’impulso alla mano di dipingere quello che stai guardando. Interrompi ogni tanto, controlla quello che hai fatto, ruota il foglio e riprendi da un altro punto.
Non giudicare.
Alla fine controlla il risultato, meglio ancora se lo confronti con il primo tentativo di riprodurre la chioma dell’albero. Ti meraviglierai del risultato.
Questo esercizio può essere utilizzato da chiunque quando ha un calo di attenzione o è distratto dall’ambiente circostante, e aiuta a trovare lo stato d’animo necessario per dipingere.
Buon lavoro
Lucia Vallifuoco